21-07-10 | |
IMMIGRATI: FIRMATO ACCORDO ITALIA-NIGERIA SU TEMA CLANDESTINI | |
(ASCA) - Roma, 21 lug - E' stato firmato ad Abuja l'accordo tra Nigeria, Italia e Interpol per intensificare la lotta contro il traffico di esseri umani e l'immigrazione clandestina, rafforzando cosi' la cooperazione internazionale e colpire quelle organizzazioni che alimentano tali crimini. Coordinato dall'Interpol, il progetto pilota della durata di due anni, permettera' alle forze di polizia di entrambi i Paesi di rafforzare la loro capacita' di combattere il traffico di essere umani, il crimine organizzato e l'immigrazione illegale. Inoltre, gli strumenti e le risorse dell'Interpol saranno utilizzati per analizzare la sussistenza di legami criminali piu' ampi. L'aspetto operativo dell'accordo consentira' inoltre di creare nel nostro territorio, squadre di polizia miste con i nigeriani che saranno impiegati per un periodo di dodici mesi in aeroporti internazionali, porti, e in alcune citta'. La Direzione centrale per l'immigrazione e le frontiere organizzera' corsi di preparazione per i poliziotti nigeriani. I primi cinque poliziotti nigeriani saranno in Italia gia' nei prossimi giorni. Nella foto, il capo della Polizia, Antonio Manganelli insieme ai primi cinque poliziotti che arriveranno in Italia, il capo dell'Interpol Ronald Noble e il capo della polizia Nigeriana Mike Mbama Okiro. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni soddisfatto per la firma dell'accordo ha dichiarato: ''E' un importante passo avanti nella lotta all'immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani che vedra' impegnate le forze di Polizia italiane e nigeriane nel contrasto di tutte quelle organizzazioni responsabili di questi crimini''. ''In Italia - ha detto il capo della Polizia Antonio Manganelli - si sta costruendo l'intelligente equilibrio tra politica di accoglienza, solidarieta' e integrazione ed e' necessario rigore nei confronti dell'immigrazione clandestina, di cui sono provati i frequenti collegamenti con la criminalita'''. Il segretario generale dell'Interpol, Ronald Noble, ha dichiarato: ''I capi della polizia italiana e nigeriana dovrebbero essere lodati per il loro impegno bilaterale e globale nella collaborazione tra polizie nella lotta ai gravi crimini trasnazionali. Grazie agli accordi di condividere le informazioni raccolte con l'Interpol, potremo mettere in luce collegamenti del crimine organizzato che vanno al di la' di questi due paesi e quindi indebolire ulteriormente la criminalita' organizzata attiva sul fronte del traffico di esseri umani e dell'immigrazione clandestina''. news |
24 July, 2010
ILLEGAL IMMIGRATION: ITALO_NIGERIAN ACCORD
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21 July, 2010
Ovuli di cocaina in pancia Così trasportavano la droga
Ovuli di cocaina in pancia
Così trasportavano la droga
La polizia di Rovigo ha collaborato alla maxi operazione 'Black passenger'. I corrieri nigeriani trasportavano la droga in Italia inghiottendo gli ovuli e viaggiando in aereo con un chilo e mezzo di cocaina o eroina nelle viscere
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Trova significati nei dizionari Zanichelli
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Facendo doppio click su una qualsiasi parola presente nell'articolo, sarà visualizzata la definizione della parola, così come è stata pubblicata all'interno del Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli 2010.
Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario Italiano-Iglese del Ragazzini 2010.Rovigo, 21 luglio 2010 - La polizia di Perugia sta dando corso ad un’importante operazione antidroga, coordinata dal servizio centrale operativo della polizia di Stato e della direzione centrale per i servizi antidroga, con la collaborazione delle squadre mobili delle Questure di Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia e Prato, che ha già portato all’esecuzione di diversi arresti nei confronti di nigeriani per i reati di detenzione, traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti.Le indagini dell’operazione chiamata “Black passenger”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Perugia, sono iniziate nell’aprile 2009 ed hanno permesso di far luce sul vasto traffico internazionale di sostanze stupefacenti che dalla Nigeria venivano importate nel territorio nazionale.I nigeriani portavano la droga in Italia inghiottendo gli ovuli: viaggiavano in aereo con 1,5 kg di cocaina o eroina in pancia per poi indirizzarsi, una volta giunti in Italia, verso un appartamento di Padova dove l’organizzazione curava l’espulsione degli ovuli dal corpo, ridistribuendo e confezionando la droga per farla poi ripartire alla volta di varie località italiane.
Fondamentale, spiega la polizia, per la riuscita dell’indagine, è stata anche la collaborazione della polizia nigeriana, che tramite suoi funzionari giunti a Perugia e rimasti nel capoluogo umbro per quasi un anno grazie ai rapporti investigativi bilaterali consolidati nel 2009 con la stipula di un accordo tra Nigeria, Italia e Interpol siglato dal capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, per rafforzare la cooperazione e colpire con maggiore incisività le organizzazioni criminali
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15 July, 2010
Forestale: scoperto traffico di rifiuti tra Italia e Nigeria
Sei mesi di perquisizioni, pedinamenti, controlli hanno portato sulle tracce di 14 persone ora iscritte sul registro degli indagati redazione
Una vera e propria organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) realizzato tra la Provincia di Torino e la Nigeria è stata scoperta dagli agenti del Corpo forestale dello Stato nell’ambito dell’ “Operazione Freon”.
L’operazione prende il nome dal gas presente in rifiuti speciali pericolosi quali frigoriferi e congelatori dismessi che, insieme a ingenti quantitativi di elettrodomestici, apparecchiature elettroniche e parti di veicoli, venivano stipati a Torino in container da nave pronti per essere trasportati dal porto di Genova fino in Nigeria.
I carichi venivano contraddistinti come “masserizie” per la spedizione ma, in seguito ai sequestri effettuati anche presso la dogana di Genova, sono risultati costituiti non solo da RAEE ma anche da automezzi radiati.
Sei mesi di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, e condotte dai Forestali del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Torino, hanno portato al sequestro di centinaia di tonnellate di rifiuti e all’iscrizione sul registro degli indagati di 14 persone tra rifornitori, trasportatori e gestori dei rifiuti, tutti di nazionalità italiana o nigeriana ma residenti nella provincia del capoluogo piemontese. Traffico illecito di rifiuti e violazioni della Convenzione di Basilea sui movimenti internazionali e sull’eliminazione di rifiuti pericolosi: ad oggi sono questi i capi d’accusa formulati.
I rifiuti venivano forniti prevalentemente da uno stabilimento di Beinasco (TO) e da centri di raccolta del pinerolese, venivano poi trasportati a Torino e depositati su un’area di diverse migliaia di metri quadri, ora posta sotto sequestro.
Si stima che il traffico abbia generato un volume di affari di oltre 500.000 euro l’anno considerando anche il conseguente risparmio dei costi necessari per lo smaltimento regolare dei rifiuti.
Proseguono le indagini sul materiale documentale sequestrato durante le perquisizioni dell’inchiesta al fine di verificare l’ipotesi di configurazione del reato di associazione a delinquere.
http://www.ilcorrieredellasicurezza.it/articolo.asp?idarticolo=forestale-scoperto-traffico-di-rifiuti-tra-italia-nigeria_3214
Una vera e propria organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) realizzato tra la Provincia di Torino e la Nigeria è stata scoperta dagli agenti del Corpo forestale dello Stato nell’ambito dell’ “Operazione Freon”.
L’operazione prende il nome dal gas presente in rifiuti speciali pericolosi quali frigoriferi e congelatori dismessi che, insieme a ingenti quantitativi di elettrodomestici, apparecchiature elettroniche e parti di veicoli, venivano stipati a Torino in container da nave pronti per essere trasportati dal porto di Genova fino in Nigeria.
I carichi venivano contraddistinti come “masserizie” per la spedizione ma, in seguito ai sequestri effettuati anche presso la dogana di Genova, sono risultati costituiti non solo da RAEE ma anche da automezzi radiati.
Sei mesi di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, e condotte dai Forestali del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Torino, hanno portato al sequestro di centinaia di tonnellate di rifiuti e all’iscrizione sul registro degli indagati di 14 persone tra rifornitori, trasportatori e gestori dei rifiuti, tutti di nazionalità italiana o nigeriana ma residenti nella provincia del capoluogo piemontese. Traffico illecito di rifiuti e violazioni della Convenzione di Basilea sui movimenti internazionali e sull’eliminazione di rifiuti pericolosi: ad oggi sono questi i capi d’accusa formulati.
I rifiuti venivano forniti prevalentemente da uno stabilimento di Beinasco (TO) e da centri di raccolta del pinerolese, venivano poi trasportati a Torino e depositati su un’area di diverse migliaia di metri quadri, ora posta sotto sequestro.
Si stima che il traffico abbia generato un volume di affari di oltre 500.000 euro l’anno considerando anche il conseguente risparmio dei costi necessari per lo smaltimento regolare dei rifiuti.
Proseguono le indagini sul materiale documentale sequestrato durante le perquisizioni dell’inchiesta al fine di verificare l’ipotesi di configurazione del reato di associazione a delinquere.
http://www.ilcorrieredellasicurezza.it/articolo.asp?idarticolo=forestale-scoperto-traffico-di-rifiuti-tra-italia-nigeria_3214
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12 July, 2010
ENI PAYS $365 MILLIONS NOT TO BE CONDEMNED
In Nigeria, Eni paga 365 milioni per non essere condannata
Per dieci anni (dal 1994 al 2004) TSKJ, un consorzio di quattro imprese di cui faceva parte Snamprogetti Netherlands BV (società controllata da Eni, confluita in Saipem nel 2006), avrebbe pagato 180 milioni di dollari di tangenti a politici e funzionari nigeriani per costruire impianti di liquefazione del gas a Bonny Island, nel sud della Nigeria. Un affare da 6 miliardi di dollari, che Snamprogetti ha condiviso con gli altri tre membri di del consorzio : gli americani di Halliburton, i francesi di Technip e i giapponesi di JGC. Ora i nodi vengono al pettine ed Eni ha accettato di pagare 240 milioni di euro al Dipartimento di Giustizia americano e 125 milioni alla SEC (Securities and Exchange Commission, la Consob americana) per uscire dal procedimento ed evitare la condanna.
L’inchiesta, partita da Parigi nel 2006, ma poi aperta anche negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Svizzera, in Nigeria e in Italia, aveva portato l’anno scorso all’arresto dell’avvocato londinese Jeffrey Tesler, il galoppino delle tangenti. Tesler, attraverso una società con sede a Gibilterra (la Tri-Star Investments) avrebbe pagato le mazzette su una serie di conti svizzeri intestati a politici africani. Ma una parte rilevante dei soldi sarebbe stata consegnata con furgoni pieni di cash, parcheggiati in un hotel di Abuja, la capitale nigeriana.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano nigeriano Next (234next.com), basate sui documenti messi a disposizione dal tribunale di Houston (Texas), le tangenti sarebbero state intascate dall’ex ministro nigeriano del petrolio Dan Etete (almeno un milione di dollari), dall’ex presidente Olusegun Obasanjo (23 milioni) e, soprattutto dal sanguinario dittatore Sani Abacha (45 milioni), morto nel 1998, fulminato da un infarto, tra le braccia delle sue prostitute. La ricostruzione minuziosa di tutti i pagamenti si trova nelle note e negli appunti di Wojciech Chodan, ex manager di Halliburton, depositati presso il tribunale di Parigi. Un vero e proprio “manuale Cencelli” delle mazzette di Bonny Island. Oltre 500 pagine, scritte a mano, con i verbali degli incontri del consorzio TSKJ, i nomi delle persone da corrompere, i commenti e le riserve espresse dai manager delle società consorziate.
Oltre ad Eni hanno pagato finora anche Halliburton, che nel 2009 ha chiuso il caso con 579 milioni di dollari, e Technip, che se l’è cavata con 338 milioni.
Per Eni, però, rimane l’incognita del procedimento italiano, aperto presso il tribunale di Milano e seguito dal pm Fabio De Pasquale. Il cane a sei zampe ha comunicato nella sua relazione annuale 2009, pubblicata nel marzo di quest’anno, che il procedimento italiano potrebbe comportare il rischio di condanne e sanzioni ai sensi del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società, con la “confisca del profitto del reato”. Un costo in più, che peserebbe ulteriormente sugli azionisti: il patteggiamento americano è già costato l’8,35% dell’utile netto 2009
http://www.isoladeicassintegrati.com/?p=3410
L’inchiesta, partita da Parigi nel 2006, ma poi aperta anche negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Svizzera, in Nigeria e in Italia, aveva portato l’anno scorso all’arresto dell’avvocato londinese Jeffrey Tesler, il galoppino delle tangenti. Tesler, attraverso una società con sede a Gibilterra (la Tri-Star Investments) avrebbe pagato le mazzette su una serie di conti svizzeri intestati a politici africani. Ma una parte rilevante dei soldi sarebbe stata consegnata con furgoni pieni di cash, parcheggiati in un hotel di Abuja, la capitale nigeriana.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano nigeriano Next (234next.com), basate sui documenti messi a disposizione dal tribunale di Houston (Texas), le tangenti sarebbero state intascate dall’ex ministro nigeriano del petrolio Dan Etete (almeno un milione di dollari), dall’ex presidente Olusegun Obasanjo (23 milioni) e, soprattutto dal sanguinario dittatore Sani Abacha (45 milioni), morto nel 1998, fulminato da un infarto, tra le braccia delle sue prostitute. La ricostruzione minuziosa di tutti i pagamenti si trova nelle note e negli appunti di Wojciech Chodan, ex manager di Halliburton, depositati presso il tribunale di Parigi. Un vero e proprio “manuale Cencelli” delle mazzette di Bonny Island. Oltre 500 pagine, scritte a mano, con i verbali degli incontri del consorzio TSKJ, i nomi delle persone da corrompere, i commenti e le riserve espresse dai manager delle società consorziate.
Oltre ad Eni hanno pagato finora anche Halliburton, che nel 2009 ha chiuso il caso con 579 milioni di dollari, e Technip, che se l’è cavata con 338 milioni.
Per Eni, però, rimane l’incognita del procedimento italiano, aperto presso il tribunale di Milano e seguito dal pm Fabio De Pasquale. Il cane a sei zampe ha comunicato nella sua relazione annuale 2009, pubblicata nel marzo di quest’anno, che il procedimento italiano potrebbe comportare il rischio di condanne e sanzioni ai sensi del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società, con la “confisca del profitto del reato”. Un costo in più, che peserebbe ulteriormente sugli azionisti: il patteggiamento americano è già costato l’8,35% dell’utile netto 2009
http://www.isoladeicassintegrati.com/?p=3410
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08 July, 2010
Protest For Nigeria.
Protest For Nigeria.
Fellow Nigerians,
The only choice we have is to take action(s) now to save Nigeria. No price will be too much to save Nigeria. In doing so, we also need to take action(s) beyond the Nigerian boarders, especially now that the world has become a global village. It is on this note that, we are calling on all Nigerians to join and protest for Nigeria at the international arena. Simply copy the petition below and send to the lists of the contacts below. Surely our cumulative action(s) will yield results.
Dear Sir/Ma,
Part of Nigeria’s biggest problem is capital flight, occasioned by massive top level corruption. At present, “The World Bank estimates the country’s generals and gangster politicians stole $300 billion in the three decades to 2006”(Time Magazine, May 3rd 2010 Edition, Page 42). These stolen funds are usually kept in European, American and other oversea banks, while some are used to buy properties in the same countries. The cumulative effects, being high unemployment, poverty, crimes, insecurity and the near collapse of the entire Nigerian system. Little wonder United Kingdom Guardian Newspapers of Thursday November 27th 2008 page 23, grouped Nigeria among the list of 20 failed states. A failed Nigeria, with a population of about 150 million will be the greatest challenge for the international community.
Therefore, time to take action is now. Kindly use your good office to effect a policy change that will deny corrupt Nigerian officials and their family members, access to your country. Where such law exists like the, United States Presidential Proclamation 7750 of January 12, 2004, authorities should commence full enforcement. Those on dual citizenship with your country should be placed on crime watch lists. Investigate properly every money transfer originating from Nigeria to, or through your country/banks. For lists of corrupt Nigerian officials, please contact your embassy in Nigeria, the Economic and Financial Crimes Commission (EFCC), Independent Corrupt Practices and Other Related Offences Commission (ICPC), and Interpol. Furthermore, sign an extradition treaty with Nigeria if none exists.
This is a non governmental, but a citizens/groups led request for your government’s assistance. The Nigerian masses will be highly grateful if your government could oblige the above request.
Note:
Please copy the above petition and send to the recipients below.
President Barack Obama,
The White House.
http://www.whitehouse.gov/contact (click on the web page and send this petition).
Committee On Foreign Relations.
U.S. Senate.
Tel: +1-202-224-4651.
Tel: +1-202-224-6797
Fax: +1-202-228-3612
Committee On Foreign Affairs,
United States House of Representatives,
http://foreignaffairs.house.gov/contact.asp (click on the web page and send this petition).
The British Prime Minister, (David Cameroon)
No 10 Downing Street, London.
https://email.number10.gov.uk/Contact.aspx (click on the web page and this your petition).
Foreign Affairs Committee,
House of Commons, London.
European Parliament,
Committee on Petitions,
The Secretariat, Brussels.
https://www.secure.europarl.europa.eu/parliament/public/petition/secured/submit.do?language=EN (click on the web page and send this petition).
Secretary-General,
Association of Southeast Asian Nations
Jakarta, Indonesia.
Please be kind enough to send the above petition to other international NGOs, Other countries/governments, various regional organizations etc. May God Bless Nigeria.
Chinedu Vincent Akuta.
An activist and leader of “Support Option A4 Group” Leicester-UK
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