09 November, 2008
Pillole di una catastrofe
di Emilio Manfredi
Il Sole 24 ore
L'autobus notturno in direzione di Lagos, la capitale commerciale della Nigeria, è il mezzo di trasporto più economico per attraversare il Paese da nord a sud. Anche stanotte è stipato di gente, valigie, pacchi. E polli, spaventati e perciò isterici. I passeggeri sonnecchiano. Alle fermate più importanti qualcuno scende a fare due passi, comprare dell'acqua, fumare. Poi si riparte, con ancora molte ore di viaggio davanti. Nnamdi Oha, come ogni notte, ha riempito il suo zaino di medicinali comprati in un magazzino illegale al confine con il Benin. Dopo aver lasciato moglie e figli nella casa di fango del villaggio in cui vive, è andato alla fermata dei bus e ha comprato un biglietto. È salito tra i viaggiatori insonnoliti. Si è fatto largo tra borse e animali, sino al centro del corridoio. In piedi, al buio, tra il sudore stantìo e le bottiglie di plastica vuote, ha acceso una piccola lampada. Ora sta aprendo la sua borsa. Estrae dei contenitori pieni di pillole. Colorate, rassicuranti. «Ho per voi un medicinale portentoso», strilla d'improvviso. I passeggeri aprono gli occhi. Qualcuno lo insulta. Altri, curiosi, ascoltano. «Un farmaco capace di curare influenza, problemi renali, infezioni ginecologiche». Descrive le qualità del portentoso rimedio: «A un prezzo stracciato sarà utile per tutta la famiglia».Nnamdi risponde alle domande più svariate con la sicurezza di un medico. Tratta il prezzo, offre sconti. Vende. Una volta sceso dal bus, si siede ad attendere la corriera successiva per ricominciare il commercio. Con un diploma da ragioniere in mano è riuscito a trovare solo questo lavoro: smerciare medicine per le strade, sui pullman, ovunque. Nnamdi non sa che le pastiglie che vende ogni notte non curano nulla. Non sa che le capsule che offre con entusiasmo sono colorate ma inutili, se non dannose. O forse lo sa, visto che evita di darle ai suoi figli. «Il mio è un lavoro come un altro», spiega. «Se hai un mestiere, in Nigeria, lo tieni stretto».Di certo il giovane venditore ambulante non è consapevole di essere l'ultimo anello di un business internazionale illegale e miliardario in continua espansione: la commercializzazione di medicinali contraffatti. Una truffa globale che, per gli esperti, fattura 70 miliardi di dollari e uccide fino a un milione di persone all'anno. Numeri distruttivi, se comparati ai due milioni di morti per Aids. «È terrorismo applicato alle cure mediche», dichiara Robert Pitts, il presidente del Center for medicine in the public interest, un istituto di ricerca che ha sede negli Stati Uniti.La richiesta di farmaci aumenta ogni giorno e produce un giro d'affari che supera i 650 miliardi di dollari l'anno. A sentire Philippe Sewing, dell'Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), la sofisticazione delle medicine è un affare sempre più lucroso per le mafie. «Ormai più del dieci per cento dei farmaci presenti sul mercato mondiale sono contraffatti» spiega. «Nel 2010 gli introiti di questo tipo di attività criminale saranno superiori all'intero traffico mondiale di cocaina».Dedicarsi alla fabbricazione e alla vendita di pillole e vaccini falsi non richiede investimenti iniziali eccessivi: gesso, acqua e fiori sono gli ingredienti necessari, da mescolare con strumenti rudimentali in tinozze di plastica. Il principio attivo - la parte di medicinale che serve a combattere la malattia - è un optional. I farmaci che non ne contengono sono i meno dannosi. In casi estremi, invece, vengono usate sostanze tossiche che procurano danni immediati e spesso irreversibili. Nella maggior parte delle sofisticazioni il danno è più subdolo: il principio attivo è presente ma in quantità insufficiente a curare la malattia. «Le conseguenze sono gravi», sostiene Nicholas White, docente dell'Università di Oxford ed esperto del settore. «Così non solo non ci si cura, ma si aiuta l'agente patogeno a diventare più resistente».Una volta che il prodotto fasullo è pronto, non resta che confezionarlo: una stampante laser di ultima generazione è sufficiente per ottenere una scatoletta identica all'originale. Il gioco è fatto e la medicina può essere messa sul mercato, utilizzando canali di esportazione e distribuzione studiati in passato per trasferire droga e armi. I rischi per i criminali non sono alti: in molti Paesi le pene previste per chi smercia farmaci contraffatti sfiorano il ridicolo.Ovunque si può incappare in una medicina falsa. Nei Paesi poveri le possibilità aumentano. In Africa trovare un farmaco sicuro può diventare impossibile, soprattutto per le ampie fasce di popolazione povera. Anche a causa dei prezzi irraggiungibili dei prodotti in vendita nelle farmacie, il continente si è trasformato in un'enorme rivendita di falsi rimedi. «Il mercato è creato da un connubio infelice di malattie, povertà, ignoranza, controlli inesistenti e corruzione», spiega Edward Omeire, sociologo dell'Università di Owerri in Nigeria. Il suo Paese è uno degli esempi negativi più evidenti: sino a qualche anno fa l'ottanta per cento dei medicinali in vendita non rispondeva agli standard minimi internazionali e tuttora i miglioramenti sono pochi. «I farmaci contraffatti sono ormai la seconda fonte di ricchezza del Paese dopo l'estrazione del petrolio».Il mercato di Idumota, a Lagos, ne è la prova. Un fiume di persone si aggira tra le vie strette e polverose che scompaiono sotto a cavalcavia ingrigiti dall'inquinamento. Venditori di frutta offrono i propri prodotti accanto a banchetti di vestiti cinesi, da cui si levano grida di offerte sensazionali. Nnamdi Oha si lascia trascinare dalla corrente umana a testa bassa. Ha viaggiato tutta la notte senza chiudere occhio. È esausto. Passando da un autobus all'altro, ha venduto tutte le sue pasticche. Arrivato a Lagos, si è diretto a Idumota per procurarsi altre capsule per il viaggio di ritorno. Oltre le bancarelle delle pentole, Nnamdi gira a sinistra in una piccolissima piazza. Lì inizia la zona dedicata ai farmaci, una distesa di negozietti dove specialisti improvvisati vendono all'ingrosso prodotti utili a qualunque necessità. Preservativi, antimalarici, antibiotici, insulina. C'é di tutto alla fiera del farmaco nigeriano. L'importante è risparmiare e non fare domande.
Conoscere i meccanismi che regolano i traffici di medicinali in Nigeria è semplice: basta presentarsi come agente di una multinazionale farmaceutica che vuole allargare i propri affari in Africa. Si fa girare la voce tra i banchi del mercato. Dopo un po' si viene circondati da commercianti che vogliono discutere, negoziare. Nel valutare le offerte raccontano inconsapevoli i retroscena del mercato della contraffazione. Azubuike Enyashie lavora «nel settore delle medicine all'ingrosso» da una decina d'anni: «Compro prevalentemente prodotti che arrivano da Cina, India, Pakistan, Indonesia». L'importante, spiega, è che siano ben confezionati e abbiano impresso un numero di registrazione - falso - del ministero della Sanità nigeriano. Con questi requisiti e prezzi concorrenziali, qui a Idumota si possono fare buoni affari.La piazza nigeriana è stata per anni completamente in mano a holding criminali che approfittavano di leggi inesistenti. I funzionari dell'Agenzia governativa contro le sofisticazioni farmaceutiche e alimentari (Nafdac) erano messi a tacere con le mazzette. Gli affari fiorivano e i falsi inondavano il mercato, mietendo, secondo fonti Nafdac, un milione di vittime in un decennio. Tra queste Vivian, una donna diabetica a cui erano state somministrate iniezioni di finta insulina. «Da allora mi batto contro le contraffazioni», racconta oggi Dora Akunyili, la sorella farmacista, che dal 2001 è a capo del Nafdac. «Produrre farmaci falsi è una delle più gravi atrocità dei nostri tempi. Viola i diritti degli innocenti. È un omicidio di massa». Per mettere in ginocchio i traffici illeciti, Akunyili ha posto sotto stretto controllo i prodotti farmaceutici che entrano nel Paese. Ora le medicine arrivano solo in due aeroporti e due porti marittimi strettamente sorvegliati. Diverse ditte cinesi e indiane sono state bandite dal mercato, e gli agenti del Nafdac compiono regolari perquisizioni nei luoghi di vendita, compreso il mercato di Idumota.L'azione dei reparti antisofisticazioni nigeriani sta dando dei frutti ma il business è troppo succulento e nessuno vuole mollare. Dora Akunyili ha rischiato più volte di essere uccisa dai killer della mafia della contraffazione. «Mia sorella è morta senza ragione», afferma Dora. È cosciente delle difficoltà, ma non ha smesso di battersi. «Non voglio che altre persone soffrano come Vivian».L'autobus notturno che da Lagos va verso il nord è in partenza. Pullula di persone, valigie, sacchi. Nnamdi Oha aspetta sino all'ultimo. Sale e raggiunge il centro del corridoio. Si sistema la lampada sulla fronte. Estrae le sue pillole. Colorate, rassicuranti. «Ho per voi un medicinale portentoso», urla. I passeggeri aprono gli occhi. Qualcuno lo insulta. Altri, curiosi, ascoltano e il business della contraffazione continua. «Un farmaco capace di curare influenza, problemi renali, infezioni ginecologiche», ripete a memoria. «A un prezzo stracciato sarà utile per tutta la famiglia».
Stregoneria
ROMA - Migliaia di bambini accusati di stregoneria in Nigeria: molti vengono torturati o uccisi, oppure 'esorcizzati' da religiosi senza scrupoli, dietro il pagamento di laute somme di denaro. Lo riferisce il quotidiano britannico The Indipendent sul proprio sito. Oltre 15 mila bambini sono stati accusati di stregoneria negli Stati nigeriani di Akwa Ibom e Cross River: alcuni vengono 'esorcizzati', altri dichiarati "una causa persa" quando le pratiche magiche non possono essere più pagate per mancanza di soldi, ed uccisi. Un uomo, che si fa chiamare 'The Bishop' (il Vescovo), ha detto all'emittente tv britannica Channel 4 di essersi arricchito con queste pratiche e di aver assassinato più di 110 bambini accusati di stregoneria. Lo scandalo esplode il giorno dopo la scoperta, a Enugu, nell'est del Paese, di una 'fabbrica di bambini', una clinica dove le donne erano costrette a subire violenze per essere messe incinte e partorire neonati che venivano venduti prevalentemente nella stessa Nigeria. La polizia ha sgominato una rete di trafficanti e liberato 20 ragazze. Una dozzina di cliniche simili sono state scoperte sino ad ora nel Paese. L'Unicef stima che ogni giorno in Nigeria vengano venduti almeno dieci bambini.
Babies sold in Enugu Clinic
From The PunchBy John Ameh, Onitsha
February 17, 2006—A medical doctor in Anambra State admitted on Wednesday that he sold a baby delivered by a teenage mother at his hospital to a widow.
The PUNCH had reported exclusively three weeks ago that a doctor and three members of his staff were apprehended by the police in Ogidi, Idemili-North local government area of the state over a child-trafficking related crime.
Our correspondent, who had been tracing the doctor, finally found him in police custody in Awka on Wednesday.
Speaking exclusively with our correspondent, the suspect (name withheld), admitted that the baby was sold for N160, 000 to the widow.
He said, I gave N40, 000 to the teenage mother and kept N120, 000. Actually, the N120, 000 covered my own medical bills because the girl was in bed for many days.
The mother of the baby told me that she did not need the baby. I discussed with her after she was delivered and she said that she did not need the baby.
The suspect, who claimed that in medical practice, it was possible for a mother to negotiate the transfer of the ownership of her baby, added that he did not know that what he did was an offence.
He added, This woman was a widow who had no child. She had been coming to me to say that she would be interested in a baby that the mother might like to give up.
So, when this opportunity came, I decided to inform her. The police later came and arrested me and told me that what I did was child-trafficking?
The doctor, who said he had been in medical practice since 1991, denied police allegation that he must have been into child trafficking for long.
He disclosed that the deal backfired after the parents of the teenager discovered that she sold her baby.
Investigators at the State Criminal Investigation Department in Awka confided in our correspondent, on Wednesday, that they were relying on information that the doctor might be a member of a child trafficking syndicate in the state.
We have reasons to believe that he has been in the business for long. He has agents and other contacts. We are only waiting for two things before his prosecution.
We have written to the Federal Ministry of Health to confirm if his hospital is registered. We have also written the Nigerian Medical Association to confirm his status in the organisation, a police source told our correspondent on Wednesday.
Shock-find in Enugu clinic!
*Doctor delivers teenage pregnant girls, sells their babies
From VanguardBy SAM OYADONGHA, Yenegoa
March 11, 2006—RESIDENTS of the Coal City of Enugu were shell shocked last week when news of the discovery of 13 pregnant teenagers who were allegedly abducted by a medical doctor (name withheld) and kept in his private clinic spread round the city. The discovery by members of the State Fostering and Adoption Committee, and staff of the Ministry of Women Affairs and Social Development, accompanied by security operatives, followed a tip-off on the illicit activities of the medical practitioner who had earlier been apprehended for a similar offence. Also recovered from the clinic were three newly born babies believed to have been forcefully taken from their mothers.
The doctor, now facing charges of abduction, illegal detention of pregnant teenagers and illegal sale of babies, according to the committee headed by Anglican Bishop of Enugu, Rt. Reverend Emmanuel Chukwuma, was first apprehended and charged to court in 2004 for committing the same offence but was later set free. Soon after regaining freedom, he went back to the illicit business and relocated his hospital from New Haven area to Uwani area of Enugu where the business of illegal fostering is alleged to be thriving.
Following rampant cases of illegal child fostering in parts of Enugu State, the state government set up the Committee on Fostering and Adoption, charged with the responsibility of regulating the practice of child fostering and adoption as well as to curb abortion among the youths. The committee has since inauguration swooped on several clinics and private hospitals where doctors carry out such unlawful but lucrative business. When Bishop Chukwuma led members of his committee to the doctor’s hospital, last week, he was shocked by his discovery.
He was outraged by the illicit business of the medical practitioner who allegedly abducted pregnant teenagers and kept them until they were delivered of their babies and later sold the babies to willing buyers. Sunday Vanguard gathered that the babies, depending on the sex and financial status of the buyer, were sold for between N200,000 and N1million while the teenage mothers were intimidated out of the hospital. “The doctor would tell us to pay between N100,000 and N150,000 after delivery and when you can not afford it, he would take the baby. Sometimes, after delivery, you would be told that the baby is stillbirth and you will never see him or her again. The nurses will say the baby has died,” one of the girls told Sunday Vanguard. She added that any insistence by the mother to see the baby would be resisted and she would either be asked to pack her things and leave the hospital or made to pay for services rendered to her throughout the period she stayed in the hospital”.
Many residents in the Coal City who spoke to Sunday Vanguard wondered if the latest suspect and other doctors behind this act are alone in the business. They suspected that there was a powerful syndicate that specialized in trapping pregnant teenagers and keeping them until they were delivered of their babies who would later be sold to willing couples. The latest suspect, who refused to cooperate with the committee during the raid on his hospital, had claimed that officials of the state social and welfare department were fully aware of his activities. But officials of the department quickly denied any involvement in the deal.
The modus operandi of the baby trafficking syndicates had earlier been uncovered by members of the Committee on Fostering and Adoption.
As learnt, the syndicates work through agents spread all over the state and beyond looking for unsuspecting teenagers who may have unwittingly got pregnant. One of the committee members told Sunday Vanguard: “The agents are paid handsome commissions when they bring any of the poor kids to the clinics or hospitals operated by the syndicates. The agents are mostly patent medicine dealers who the pregnant kids run to for abortion.
"They would counsel the girls against abortion and offer to help them out. The help normally ends at the illegal centres where the doctors or operators, pretending to be rendering genuine help to the girl, would provide her with accommodation and medication until the baby is delivered. The pregnant girl will never leave the centre until she puts to bed. In some cases, parents of the girl would be notified by the operators but in most cases the victim is kept without the knowledge of the parents for fear of losing the baby to the parents after delivery”.
Sources at the the state Ministry for Women Affairs declared that they suspected that the perpetrators also serve the interest of ritual murderers who routinely buy human parts for their jobs. “The rampant nature of this illegal business has heightened our suspicion that the babies are not sold to childless couples alone but also to ritual murderers, otherwise it would not be flourishing like this with all we are doing to bring it to an end”, said Fortune Okwoka, the public relations officer of the ministry.
This was corroborated by people living around the latest suspect’s clinic. They expressed fear that prominent persons who visited the clinic regularly could have been involved in ritual activities.Pregnant teenagers
“Everyday you see several cars parked in front of the hospital and we continued to wonder what was going on there. The doctor was living big and he is very popular here with this kind of business. But one disturbing thing here is that these pregnant teenagers who are kept in the house for several months never go back with their babies. In most cases, they are marched out by security men and we have been wondering what was really happening there,” a resident in the neighbourhood said.
The spokesman of the State Women Development Ministry, dismissed the doctor’s claim that he was authorized by the ministry to operate his business. According to him, the ministry did not authorize him or any other person or institution to arrange adoptions or detain pregnant girls. ‘‘This ministry is responsible for adoptions in the state; we have never given this doctor or any one else the authority to do it for us. So if he is claiming we gave him that authority, then he is lying through his teeth”, Okwoka said. He confirmed that the pregnant teenagers recovered from the clinic were being quartered at the Family Support Clinic being managed by the ministry.
Fabbrica dei bambini a Enugu
Orrore in una "clinica" nigeriana
Scoperta la "fabbrica dei bambini"
Bambini schiavi in NigeriaENUGU (Nigeria) - Nati per essere venduti. In Nigeria è stata scoperta una "fabbrica di bambini". Per tutti era una clinica per maternità, in realtà quello che si faceva all'interno, soprattutto di notte, era organizzare un traffico di neonati strappati al madri costrette con la forza alla gravidanza e messi sul mercato. Questo ha scoperto la polizia quando ha fatto irruzione nell'edificio di due piani di Enugu, nell'est del Paese. Quando gli agenti sono entrati hanno liberato una ventina di donne. Stando alla ricostruzione fornita dalle organizzazioni umanitarie di quella che è stata definita la più vasta operazione di polizia contro una rete di trafficanti di bambini, il medico responsabile della clinica di attirava giovani donne che portavano avanti gravidanze non volute, proponendo loro di aiutarle ad abortire. Le adolescenti venivano invece rinchiuse fino al giorno del parto, quindi costrette a separarsi dal proprio bambino in cambio di circa 20 mila naira (135 euro). I bambini veniva poi venduti, generalmente a nigeriani, per una cifra che oscilla tra i 300 e i 450 mila Naira (2.000-3.000 euro). "Appena entrata, mi hanno fatto un'iniezione e sono svenuta - ha raccontato alla France Presse una delle donne liberate - quando ho ripreso conoscenza, mi sono resa conto che era stata violentata". La ragazza, 18 anni, è stata quindi rinchiusa con le altre donne. Il medico l'ha violentata di nuovo il giorno dopo, una settimana prima dell'intervento della polizia. Secondo la polizia, il medico "invitava" anche altri uomini "per ingravidare le ragazze".
Secondo le organizzazioni locali che si battono contro il traffico di essere umani, le fabbriche di bambini non sono rare in Nigeria, il paese che conta il più alto numero di abitanti del continente africano, 140 milioni. E anche se non esistono dati precisi sul numero di neonati destinati ogni anno alla vendita, gli attivisti sostengono che si tratta di un'attività molto diffusa, gestita da organizzazioni molto strutturate. "Pensiamo siano più grandi di quanto sappiamo", dice Ijeoma Okoronkwo, direttore regionale dell'agenzia nazionale per il bando del traffico di esseri umani. Secondo l'Unicef, sono almeno dieci i bambini che vengono venduti ogni giorno in Nigeria per usarli come manodopera, per farli prostituire o semplicemente per la cultura della sterilità come maledizione che ancora permea molti strati della popolazione del Paese. Le strutture simili alla clinica di Enugu scoperte finora nel paese sono almeno una decina. "Tutto questo esiste da tempo, ma noi ne siamo al corrente solo dal dicembre 2006, quando un'ong ha lanciato l'allarme e ci ha segnalato che i bambini venivano venduti e che vi erano coinvolti gli ospedali", ha aggiunto. In alcuni casi, giovani donne molto povere ricorrono di propria volontà a questa pratica per avere denaro. Nella clinica di Enugu, "abbiamo trovato quattro donne che erano lì da tre anni, per fare figli", ha detto il responsabile locale per la sicurezza, Desmond Agu.
(9 novembre 2008)
Da Republica on line
NIGERIAN COMMUNITY ROME ELCETION
LATEST DEVELOPMENT ON NIGERIAN COMMUNITY ROME ELECTION:
Just to point out that the community election has been postponed following a consensus agreement by the electoral committee, the various association reps and elders at a meeting held on 5/11/08 with H.E the Ambassador at the Nigerian Embassy Rome. The following are the new dates:
23/11/2008 - Manifesto day
30/11/2008 - Election day.
It is hoped that this piece will be given a wider publicity. Thanks.
lanre tytler <lanretytler@hotmail.com>
To: italo_naija@yahoogroups.com; nigerian_diaspora@yahoogroups.com
CC: CHUKBYKE.CHUKBYKE@BLOGGER.COM
__,_._,___
London Citizens Event, London
IGBO Youths & Children PerformEGWU-OGARANYAAtLondon Citizens Event, London
Come & Support Them! When? Wednesday, 12 November 2008 Time: 7.00pm – 9.15pm Venue: York Hall, Old Ford Road, Bethnal Green, E2 9PJ, London FREE (Just say, you are an invitee of IGBO, Egwu-Ogaranya, New Southern Generation) Chinelo Obieli Philip Herbert Fr. Emefiena Ezeani (Sec. Egwu-Ogaranya) (Co-ord.) Tel: 07985748312 Tel: 07723040321 Tel: 07950975805 |
'NEWS PORT'
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Australia v India: first men’s Test, day two – live25 minutes ago
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