22 November, 2008

MORE MARIJUANA FOR RASTA MEN

".....THE DOSE IS NOT EQUAL FOR ALL....." A RASTAMAN ACQUITTED BY ITALIAN SUPREME COURT OF APPEAL
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A man condemned to 16 months in prison has been discharged and acquitted

by the 'CASSAZIONE' (Italian supreme court of appeal) because he is a reastaman.

According to the Judge all believers of Jah and his reincarnation in Negus who profess the Rastaferian faith may go about with at least 10 grams of Ganja which is the dose allowed daily for consumption.

He accepted the fact that marijuana is needed by the Rastas not only as a medicinal herb but as 'meditative aid' therefore considered also as an instrument in professing their faith.

This sentence has set a great precedence in the Italian judiciary.

ENGLISH SUMMARY by chukbyke

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SOURCE

L'uomo, sorpreso con un etto di marjuana, era stato condannato a 16 mesi di carcere La Corte ha riconosciuto che per la sua religione fumare spinelli ha un valore sacro

Erba, la dose non è uguale per tutti rasta assolto dalla Cassazion

Erba, la dose non è uguale per tutti rasta assolto dalla Cassazione
ROMA - "La fumano i dottori, la fumano le infermiere, la fumano i giudici e persino gli avvocati". Così nel 1976 cantava Peter Tosh in Legalize it, uno dei più celebri inni alla liberalizzazione della marijuana. La star del reggae non immaginava che 32 anni dopo a dargli ragione sarebbe stata niente meno che la suprema corte di giustizia italiana. Non è esattamente la legalizzazione dell'erba ciò che ha stabilito la sentenza numero 28720 della Sesta Sezione penale della Cassazione, ma il diritto per chi - come Peter Tosh - professa la fede rasta a fumarla a volontà senza incorrere in sanzioni. Secondo quanto stabilito dai giudici, chi crede in Jah e nella sua reincarnazione nel negus d'Etiopia Haile Selassie I, può liberamente circolare con qualche dose di "ganja" in più del lecito perché "secondo le notizie relative alle caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione di origine ebraica, la marijuana non è utilizzata solo come erba medicinale, ma anche come erba meditativa". La Cassazione è stata chiamata al pronunciamento in seguito al ricorso di un 44enne di Perugia condannato perché sorpreso dalle forze dell'ordine con un etto scarso di marijuana nella macchina. L'uomo si era difeso sostenendo di essere un adepto alla religione rastafariana e che quindi "l'erba sacra doveva essere consumata fino a 10 grammi al giorno". Una giustificazione "spirituale" che il tribunale di Terni non aveva ritenuto di prendere in considerazione, dichiarando l'imputato colpevole per illecita detenzione a fine di spaccio, condannandolo quindi a un anno e quattro mesi di carcere. Verdetto confermato dalla Corte d'appello di Perugia nel dicembre del 2004 con una sentenza nella quale si specificava che la quantità sequestrata non poteva essere considerata per esclusivo uso personale. Contro questa decisione l'uomo ha fatto ricorso in Cassazione, ottenendo soddisfazione dalla Corte Suprema che ha rinviato la condanna alla Corte d'Appello di Firenze affinché riconsideri il caso tenendo presente che la tradizione religiosa rasta prevede l'uso della marijuana come "erba meditativa, come tale possibile apportatrice dello stato psicofisico inteso alla contemplazione nella preghiera, nel ricordo e nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone, chiamato il re saggio, e da esso ne tragga la forza, come si evince da notizie di testi che indicano le caratteristiche di detta religione".

(10 luglio 2008)

FONTE


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